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.Ledue donne stavano ancora vestendosi, quando una fortescampanellata le fece trasalire.Chi poteva essere aquell ora? Beatrice si fece il segno della croce e andò adomandare all uscio. Sono io, il Berretta& disse lanota voce del portinaio. Che cosa c è? dimandòaprendo la porta. M avete fatto un tal spavento! C èabbasso un signore che desidera parlare a lei, sora Bea-trice. Un signore? non vi ha detto il suo nome? No, oforse non ho capito. Non lo conoscete? Non mi èLetteratura italiana Einaudi 292Giovanni Della Casa Il Galateo overo De costumifaccia nuova: pare un po esaltato.Gli deve essere acca-duta una disgrazia& Ditegli che veniamo subito ab-basso& soggiunse Beatrice con un tremito nella voce.S era ridotta quasi ad aver paura dell aria e andò a im-maginare che fosse qualche altra disgrazia.Quand ebbe-ro finito di vestirsi, madre e figlia discesero quelle bene-dette scale, forse per l ultima volta.Arabella pareva unacandela.Sotto il portico, a piedi dei gradini, passeggia-va un signore grasso, che, al veder la signora Pianelli, leandò incontro colla furia d un uomo disperato.Beatricericonobbe in lui il signor Melchisedecco Pardi, il maritodella bella Palmira, e capì dalla sua faccia smorta e stra-volta che aveva poco dormito anche lui.Anche lui, comeDemetrio Pianelli, come Paolino delle Cascine, eraun anima in pena per grazia di una donna, perché questibenedetti uomini, grandi e grossi, che sembrano a ve-derli i padroni del mondo, basta toccarli con un dito sulcuore e si smontano come le macchinette.I coniugi Par-di stavano una mattina facendo colazione, quando ladonna di servizio consegnò alla signora una lettera arri-vata allora allora dalla posta.Le lettere, lo ricordiamo,da qualche tempo in qua erano diventate gli spauracchidel signor Melchisedecco, il quale, sebbene, dopo la sce-na che abbiamo visto, non avesse più motivo di lagnarsidi sua moglie, pure non poté nascondere un certo cipi-glio, intanto che Palmira dava un occhiata alla sopra-scritta.Ma questa volta fu un cipiglio inutile.Palmira,spinta la lettera verso di lui, così come era arrivata in ta-vola, gli disse: Leggi tu.Secco, un po mortificato d es-sersi lasciato cogliere in diffidenza e in gelosia, crollò iltestone, alzò le spalle e mormorò, mentre ripuliva il piat-to con una mollica di pane: Che bisogno? No, leggi.Dici sempre che io sono la donna dei misteri&. Checosa ho detto? Non è necessario parlare.Apri, guardadunque. Se è per capriccio tuo&.Il buon Pardoneconfuso e quasi commosso per questo straordinario at-Letteratura italiana Einaudi 293Giovanni Della Casa Il Galateo overo De costumitestato di confidenza, aprì la lettera, che veniva da Mila-no, mentre cogli occhi buoni carezzava quella sua caratraditora. È la signora Pianelli che ti scrive disse, do-po aver scorsa superficialmente la lettera. Oh! fecePalmira senza alzare gli occhi dal piatto con un tono difreddezza glaciale. Che cosa vuole la signora delle Ca-scine? T invita al suo matrimonio per giovedì mattina. Che onore! declamò Palmira, corrugando la frontein uno sforzo come di concentrazione, che ella procuròdi nascondere con un altro sforzo dei muscoli, mentrecercava di schiacciare nei palmi una noce contro un al-tra. Se accetti, dice che manderà la carrozza a prender-ti mercoledì sera, perché tu possa assistere alle presenta-zioni e a un piccolo trattenimento&. Anche lacarrozza! vuol proprio farmi morire d invidia! Conoscitu il suo Paolino? Non ho questo bene. Una perticacon in cima un gran pomo d Adamo.Palmira rise ellaper la prima d una ilarità sfrenata ed eccessiva, sforzan-dosi di coprire un altro movimento del cuore e seguitò: Per sposare di questi lampioni non vale la spesa di an-dare fuori del dazio.Di lampioni è pieno Milano.Seccorise lui di gusto questa volta alla pittura del sor Paolino,e in cuor suo si consolò d essere qualche cosa di piùd un lampione.Lo spirito mordace e pittoresco di Pal-mira aveva sempre avuto il merito di piacere al buonfabbricante di nastri, sorto anche lui dal popolo, a cuipiacciono i paragoni semplici e coloriti.Confrontandoin mente la bella e pacifica signora Pianelli, che egli ave-va conosciuto a Cernobbio e alle feste del Circolo Mon-sù Travet, nella sua beata e pacifica compostezza, collasua faccia rotonda di bambocciona, a quest altra donni-na magra e spiritosa, che rosicchiava davanti a lui unamaretto con una delicata nervosità, il buon Pardonenon poté a meno di fare anche lui il suo paragone.Non basta pensò che una donna sia bella e prospero-sa come una gallina.La bellezza va e viene e, in quanto aLetteratura italiana Einaudi 294Giovanni Della Casa Il Galateo overo De costumipeso, vale di più un cannone.Ciò che dà vita e illumina-zione a una donna è lo spirito.Una donna senza spiritoseguitò nella sua pigra fantasia di buon ambrosiano, ècome un caffè buono, ma freddo.Secco non sarebbestato capace di mettere in carta queste idee, ma leespresse cogli occhi, con cui avvolse teneramente la suacara traditora, soffiando il ridere dalle ganasce gonfie,mentre ripensava al paragone della pertica con in cimaun pomo d Adamo
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